lunedì 22 agosto 2016

La sposa chiacchierata

La chiesa adultera

 
 
L'indagine sulla Chiesa viene alterata e si inquina quando, invece della verità per se stessa (che è sempre un bene assoluto e un valore trascendentale), si cercano guadagni «categoriali», quali il consenso, l'approvazione, la concordanza da parte del mondo extraecclesiale.
 

Non è che si debba mirare alla polemica e al dissenso. Tutt'altro: la carità deve sempre ispirare ogni atto del credente, e quindi anche la sua attività intellettuale. Ma non bisogna mai dimenticare che il grado minimo dell'amore è appunto l'omaggio incondizionato alla verità: dell'amore verso Dio, che è autotrasparenza e purissima luce; e dell'amore verso i fratelli i quali, anche quando non se ne avvedono, hanno prima di ogni altra cosa fame e sete della conoscenza salvifica.

In altre parole, è necessario che la nostra meditazione non sia viziata da alcuna sollecitudine di natura, per così dire, «politica»; cioè funzionale al conseguimento di qualche risultato estrinsecamente vantaggioso.
II giusto atteggiamento è quello del bambino, che non ha timore a proporre i suoi «perché» e a sollecitare che gli si risponda, senza darsi pensiero delle convenienze sociali e di ciò che è praticamente «opportuno» (o, come adesso si usa dire, «politicamente corretto»).
 

Particolarmente quando si tratta della Chiesa, vale quanto è stato giustamente detto circa la nostra possibilità di accedere alla comprensione del disegno del Padre: «Dobbiamo entrare nella scuola di Dio da piccoli e inermi fanciulli, se vogliamo essere introdotti dalla sua mano e mediante la sua luce nella profondità dei suoi misteri» (Cardinale Biffi, La sposa chiacchierata)

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