martedì 4 aprile 2017

la chiesa del ni

Card. Müller. La dottrina non può avere significati contrapposti 

 


Le recenti interviste del card. Muller sono state riprese anche nel Regno unito: di seguito, nella nostra traduzione la sintesi del Catholic Herald. Dichiarazioni già note riprese dalla stessa fonte. Qui è interessante anche il punto con la sottolineatura sui Sacramenti e in particolare su quello della Confessione.


 
Il Cardinal Gerhard Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, afferma che i vescovi locali non possono reinterpretare soggettivamente gli insegnamenti della Chiesa.
 
In una intervista del 15 febbraio scorso al magazine tedesco Reinische Post ha detto che non è il suo stile criticare le pubblicazioni dei vescovi. Tuttavia ha aggiunto: “Non credo che sia particolarmente benefico che ogni singolo vescovo commenti i documenti papali spiegando come lui stesso, soggettivamente, li interpreta”.
 
C'è da tener conto che attualmente nella Chiesa universale vi sono state interpretazioni di Amoris Laetitia assolutamente contrapposte fra loro, come, ad esempio, quelle delle conferenze episcopali maltese e tedesca da una parte e polacca dall'altra.
 
Il card. Müller ha recentemente confermato l'insegnamento tradizionale. In questa nuova intervista ha detto: "Non è possibile che la Dottrina formulata dal Papa, che è universalmente vincolante, sia interpretata in maniera differente o persino contraddittoria a livello locale".
 
Poi precisa che il peccato di adulterio per essere assolto deve implicare l'intenzione di non peccare più. Infatti dice: "Nessuno può alterare i sacramenti come mezzi di grazia secondo la propria scelta. Ad esempio, di poter accedere al sacramento della Confessione senza l'intenzione di non peccare più".
 
Il card. Müller sottolinea come sia importante onorare le personalità della gerarchia ecclesiale per le loro funzioni, non per le loro qualità umane: "Ognuno è debole e mortale. (...) Gesù non scelse i più saggi, i più ricchi, le persone di prim'ordine tra i sui apostoli, ma le persone semplici, artigiani, pescatori. Noi dipendiamo dalla grazia di Dio e non da ciò che riusciamo a compiere ogni giorno".
 
"Ecco perché è importante non vedere dei superman nel Papa, nei vescovi, o nei sacerdoti e, nel caso non fossero capaci di corrispondere a queste esigenti attese, non allontanarsi delusi dallo Spirito Santo e dalla Chiesa. Ognuno ha bisogno di perdono. Ma la grazia di Dio riluce nella debolezza umana. Noi non onoriamo il Papa per i suoi risultati umani, ma perché Cristo gli ha dato uno speciale ministero per l'intera Chiesa".

Il cardinale rende omaggio all'"autorità morale" di papa Francesco mettendo in evidenza che è stato riconosciuto come un'"guida autentica" dagli atei.
 
[traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

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